13/01/09

I cavalieri del tempio




Vi sono molte storie di uomini, popoli ed organizzazioni che spesso e volentieri passano la sottile linea che separa la storia dalla legenda e ed entrano in quest’ultima, ed una volta entratici difficilmente riescono a separarsi dall’aura mitica che li avvolge.
Sto parlando di gente come Robin Hood, Riccardo cuor di Leone (Plantageneto), Attila ma anche di gruppi di uomini, come i cavalieri templari.
E sono proprio questi ultimi che mi hanno spinto a scrivere questo post, dopo che per l’ennessima volta avevo sentito in giro che essi non esistevano ed erano solo una legenda (non citerò il peccatore ma solo il peccato per far fare ammenda a tutti coloro che pensano lo stesso).
Ebbene al contrario delle aspettative di molti i cavalieri templari esistevano (ed in un certo modo continuano ad esistere).
La loro data di fondazione è incerta, si suppone circa 20 anni dopo la prima crociata (circa il 1118) e la ragione della loro fondazione e da ricollegare alla crociata stessa, poiché anche se la terra santa era liberata dal dominio saraceno, i saraceni continuavano a favi scorrerie e ingenti gruppi di predoni si trovavano ancora li.
I non pochi pellegrini che vi giungevano da tutta europa avevano il diritto di poter pregare e visitare i luoghi santi e cosi nacquero diversi ordini religiosi di stampo militare che si assunsero il compito di proteggerli durante le loro perenigrazioni.
Tra questi vi erano i pauperes milites Christi (poveri soldati di Cristo) che in principio secondo la storia erano solo nove ed avevano a capo Ugo di Payens e Goffredo di Saint-Omer (entrambi francesi), ed ottennero grazie alla loro pietà ed al loro timore di Dio la concessione di un ala del castello di Gerusalemme da parte del re Baldovino II, ala che si trovava nei pressi dei resti del tempio di salomone, e da qui il nome cavalieri del tempio, o templari.
Il voto che faceva ogni templare era quello della povertà, della castità e del servizio di Dio, che in terra santa portava al gravoso ma benedetto dalla chiesa compito di combattere gli infedeli (da notare il loro sigillo due cavalieri nello stesso cavallo a simboleggiare l’essere sia monaci poveri che cavalieri combattenti).
Il gruppo di cavalieri crebbe velocemente in fama e ricchezze, poiché i nuovi adepti erano per lo più giovani nobili che lasciavano per via della regola della povertà tutte le loro ricchezze all’ordine dei templari.
Queste ricchezze tendettero ad accumularsi in una quantità sproporzionata per l’epoca la quale rese i templari il più ricco (e dunque temuto ed invidiato) ordine monastico religioso dell’epoca.
I suoi ranghi contavano:


- Cavalieri: nobili di alto lignaggio che formavano una cavalleria pesante.

- Sergenti: nobili meno facoltosi dei primi che formavano la cavalleria leggera.

- Fattori: che amministravano le proprietà dell’ordine.

- Cappellani: che provvedevano alle necessità spirituali dell’ordine.


La struttura gerarchica era fedelmente rispettata ed una qualsiasi violazione aveva conseguenze terribili (scomunica o morte) come del resto per tutti gli altri ordini monastici dell’epoca.
Le gesta eroiche dei templari (che per molto tempo si dedicarono attivamente alla protezione dei pellegrini) portarono una schiera enorme di nobili ad unirsi a loro, con proprietà che intorno al 1290 si estendevano dalla sicilia fino alla francia del nord, passando per la spagna (che loro aiutarono a liberare dai saraceni durante le reconquista) e la terra santa stessa.
Inoltre gli immensi capitali li portarono anche a prestare denaro sia ai pellegrini che ai re.
Il principio di prestare denaro con l’interesse non era nuovo al mondo, ma per la concezione cristiana questo voleva dire fare un uso improprio del tempo (dominio di Dio) per far fruttare un bene materiale (un capitale).
Da questa disputa teologica i templari ne uscirono con manovre che farebbero impallidire anche i più feroci speculatori dell’epoca, giocando moltissimo sui tassi di cambio delle monete dell’epoca e con non poche altre transizioni dubbie.
Ma questa immensa ricchezza si sarebbe ritorta presto contro i cavalieri del tempio, nel 1291 infatti Acri cadde in mano saracena e gli stati latini in terra santa crollarono.
L’ordine dunque non aveva più nessun pellegrino da difendere, e dunque si poté dedicare unicamente alla speculazioni monetarie.
In quell’epoca, come nella nostra in effetti, chi deteneva gli stati non erano i re, ma i banchieri che facevano prestiti, e Filippo IV di Francia (detto il bello) si arrovellava non poco per potersi liberare dai debiti e ottenere nuove ricchezze per finanziare una nuova guerra contro l’Inghilterra od in Italia.
Penso bene dunque di prendersi il tesoro dei templari e con una scusa ridicola (un semplice controllo finanziario) li convoco nelle varie sedi della polizia francese tutti lo stesso giorno e tutti lo stesso giorno li fece arrestare con l’accusa di blasfemia, collaborazione col nemico (o meglio buon vicinato visto che spesso ci furono rapporti di amicizia tra musulmani ed i templari) ed eresia (per quell’epoca è impressionante come bene abbia agito la polizia francese all’unisono obbedendo senza esitazione).
Era il 14 settembre del 1307 ed ogni singolo templare fù posto sotto tortura per portarlo a confessare eresie mai effettuate (spaventoso fu il supplizio subito da Giacomo de Molay in quell’epoca gran maestro dei templari ed anche ultimo).
Le eresie furono confessate tutte: Eresia, collaborazione col nemico, adorazione di un demone (Baphomet) e sodomia (facile estorcere quando si tortura una persona 24 ore su 24!).
Quando il papa (a quell’epoca Clemente V, il primo papa della cattività avignonese) senti che le accuse erano state confermate dovette procedere e sciogliere l’ordine e trattare tutti i membri come eretici, ossia bruciarli, mentre le proprietà dei templari passavano ai cavalieri dell’ospedale (I cavalieri di Malta) che prontamente sapendo la vera ragione della caduta dei templari le diedero al re di Francia.
In tutta Europa i cavalieri furono arrestati e processati, tranne in Scozia ed in Portogallo dove i rispettivi re li protessero immettendoli all’interno di nuovi ordini monastico religiosi.
Giacomo di Molay fu bruciato in un isoletta della senna di fronte a Notre Dame, avendo però il coraggio pochi giorni prima dell’esecuzione di gridare la propria innocenza e le vere ragioni di quel tormento (i soldi che Filippo voleva cosi ardentemente!) e durante l’esecuzione ordino ai suoi fratelli che venivano bruciati con lui di rivolgere lo sguardo a Notre Dame, unica vera signora in quel mondo di barbarie.
Dopo la loro scomparsa molte leggende passarono sul loro conto, non ultima quella che i templari, mentre lavoravano alla loro ala del palazzo di Gerusalemme abbiano trovato un tesoro (secondo alcuni l’arca dell’alleanza), sotto il tempio di Salomone, e che estorcessero denaro alla Chiesa e ai vari re (di qui secondo alcuni l’origine del loro smisurato potere).
Secondo altri i templari (sempre scavando il tempio di Salomone) avrebbero trovato testi di antica sapienza esoterica.
Certo sono congetture affascinanti, ma prive di elementi per stabilirle, qualunque sia la veritàin proposito fu la fine dei templari a segnarne la leggenda, ordine monastico militare, dove la spada poteva divenire anche una croce, diedero fede sempre ai loro presupposti che li avevano fondati, e cosa del resto può influire più nella fantasia moderna medievale dell’immagine di un cavaliere completamente devoto alla causa religiosa che muore in battaglia per la cristianità, proteggendo i deboli e combattendo i forti e prepotenti?

Nessun commento:

Posta un commento